DISTORSIONE DI CAVIGLIA

Vi sarà capitato di “prendere una storta” e anche se sul momento si pensa possa essere una cosa passeggera, può accadere che invece il problema si protragga per molto tempo, creando difficoltà e dolore durante il cammino e le attività funzionali.

La distorsione di caviglia è il trauma muscolo-scheletrico più frequente dell’arto inferiore, soprattutto nello sportivo. Sono infatti 5000 gli eventi distorsivi al giorno.

La caviglia è detta anche articolazione “tibio-tarsica” ed è formata dalle due ossa della gamba tibia e perone che si articolano con l’astragalo, osso del piede.

Si parla di distorsione quando, successivamente ad un trauma, vi è una perdita momentanea dei rapporti articolari tra le due parti ossee che compongono l’articolazione.  Ciò che accade è che la caviglia compie un movimento eccessivo che va oltre al suo range fisiologico, che può essere verso l’interno (comparto mediale) o più comunemente verso l’esterno (comparto laterale).

In base all’entità del trauma possono essere interessate altre strutture quali: muscoli, legamenti, tendini, cartilagini o addirittura può verificarsi una frattura ossea.

 

Quali sono i sintomi?

  • Dolore acuto nella zona colpita, interna o esterna in base al tipo di trauma;
  • Gonfiore nella zona interessata, abbastanza immediato;
  • Calore;
  • Impotenza funzionale cioè difficoltà nel movimento e al carico;
  • Ematoma che si presenta successivamente in genere nella zona sotto malleolare.

 

Cosa è necessario fare?

Come primo intervento, in fase acuta, subito dopo il trauma è importante, per ridurre la sintomatologia, praticare il protocollo PRICE:

  • Protezione: cioè immobilizzare la caviglia con una fasciatura o un tutore;
  • Riposo: non utilizzare l’articolazione (utilizzo di stampelle);
  • Ice: applicare il ghiaccio sulla zona dolorosa (alternando 15/20 minuti di applicazione ad altrettanti di riposo);
  • Compressione: fasciare con un bendaggio compressivo;
  • Elevazione: mettere il piede in posizione elevata per facilitare il drenaggio e quindi ridurre il gonfiore.

È inoltre importante recarsi in pronto soccorso per escludere fratture, ciò tramite l’esecuzione di un controllo radiografico (Rx).

In caso di frattura sarà compito dell’Ortopedico stabilire se sarà necessario un trattamento di tipo conservativo con tutore o gesso, oppure, un trattamento chirurgico.

Nel caso in cui vi sia assenza di frattura è importante, successivamente, sempre nel breve tempo eseguire un’ecografia per valutare l’integrità o meno delle strutture molli, cioè muscoli, tendini e legamenti. In genere sono proprio questi ultimi, i legamenti, ad essere coinvolti per la maggiore.

Infine qual ora fosse necessario l’ortopedico potrebbe anche consigliare una risonanza magnetica.

Classificazione delle distorsioni di caviglia

Esistono diverse classificazioni e, in genere, le distorsioni sono classificate in base alla gravità, cioè all’entità di danno avvenuto. In linea di massima vengono suddivise in tre gradi:

  • 1° Grado: distorsione lieve dove si ha uno stiramento dei legamenti e dei tendini senza alcuna lesione;
  • 2° Grado: lesione parziale dei legamenti, con gonfiore e tumefazione;
  • 3° Grado: lesione completa di almeno uno dei legamenti, con importante dolore e gonfiore.

 

TRATTAMENTO FISIOTERAPICO

  • La prima parte del trattamento è volto a gestire la fase acuta cioè alla riduzione del dolore, del gonfiore, dell’edema e dell’infiammazione:

 

  • Protocollo PRICE;
  • Bendaggio di zinco;
  • Impacchi di Argilla verde;
  • Ghiaccio al bisogno, ad esempio verso sera quando tende a gonfiarsi maggiormente;
  • Tecar Terapia: è un’apparecchiatura che attraverso l’utilizzo di onde elettromagnetiche svolge una funzione antinfiammatoria e drenante volta a ridurre l’edema e il gonfiore. È molto importante infatti che l’ematoma creatosi internamente venga drenato il prima possibile in modo che non diventi fibroso.
  • altre terapie fisiche come ad esempio il Laser, se il fisioterapista lo ritiene utile in base al caso specifico.

Nella prima fase riabilitativa il paziente in base alla gravità della lesione potrebbe utilizzare le stampelle durante la deambulazione, per evitare di caricare eccessivamente le strutture che hanno necessità di una fase iniziale di riposo fondamentale per una corretta guarigione.                                                                                                                                  

 

  • Ripristino del completo movimento articolare della caviglia:

                 

  • Terapia Manuale: si tratta di tecniche di mobilizzazione manuali volte al recupero di tutti i movimenti fisiologici della caviglia.

 

  • Recupero del carico in statica e nella deambulazione:

 

  • Rieducazione propriocettiva: tramite l’utilizzo di tavolette propriocettive volte a destabilizzare il carico, per cui tramite esercizi specifici e percorsi diversificati viene richiesto un lavoro di equilibrio e stabilità;
  • Idrokinesiterapia: la riabilitazione in acqua ha un beneficio altissimo sul recupero funzionale dell’arto inferiore, sia grazie al drenaggio favorito dal movimento in acqua sia grazie alla riduzione del peso corporeo;
  • Rieducazione al cammino: riabilitare il paziente al corretto schema del passo ed in caso di utilizzo di antibrachiali procedere al graduale svezzamento fino alla deambulazione autonoma.

 

  • Recupero della forza:

 

  • Esercizi di rinforzo muscolare: si eseguono esercizi in carico e anche in scarico in differenti modalità, con macchinari, a corpo libero, con pedane propriocettive, con elastici, volti al rinforzo della muscolatura specifica della caviglia, ma anche di quella di tutto l’arto inferiore al fine di stabilizzare ulteriormente il movimento funzionale.
  • Esercizi funzionali allo sport praticato: nello sportivo si possono eseguire esercizi che ripropongono nello specifico il gesto atletico al fine di rendere il trattamento riabilitativo ancora più completo e funzionale alla prestazione atletica.
  • Idrokinesiterapia: esercizi di rinforzo in acqua.

 

La riabilitazione delle distorsioni di caviglia può essere molto diversificata in base all’entità del trauma, all’obiettivo del paziente (sportivo e non) e alle attività di vita quotidiana (lavoro, hobby … ). Ciò che reputo sia importante sottolineare è che è fondamentale che si esegua un percorso riabilitativo post-trauma, in quanto sono molto comuni recidive a causa di episodi trascurati che portano ad instabilità e debolezza di questa articolazione. Per questo in ambito sportivo si tende a fare prevenzione con esercizi propriocettivi e di rinforzo specifici durante gli allenamenti.

 

Mara Romualdi

Fisioterapista

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