Il significato specifico di pubalgia è ‘algia la pube’.
Avrete già sentito parlare di questa patologia, soprattutto in riferimento a sportivi, ma in realtà è molto più diffusa nella popolazione.
La pubalgia è una sindrome caratterizzata da forte dolore a livello pubico, dovuto ad una infiammazione dei muscoli che si inseriscono in quella zona anatomica, tra cui i muscoli adduttori della coscia e il retto addominale.
Il pube, insieme all’ileo e all’ischio, formano le ossa del bacino. Più precisamente si trova nella parte inferiore dell’osso iliaco. La sinfisi pubica è un’articolazione che mette in comunicazione le due ossa pubiche. Tra queste due ossa è presente un disco di fibrocartilagine che ammortizza e protegge l’articolazione dagli urti ripetuti. L’insieme è ben saldo per la presenza di un forte strato di legamenti e una grande quantità di muscoli. I muscoli che lì hanno origine sono principalmente adduttori, i quali servono appunto ad addurre la gamba e cioè portarla verso la linea mediana del corpo. Un altro muscolo spesso coinvolto è il retto dell’addome, che invece lì ha la sua inserzione.
Le cause di questa patologia sono multiple e non sempre ben definite vista la complessità della zona pubica, per questo è importante eseguire una diagnosi differenziale con un medico specialista, in modo da concentrarsi subito sulla causa specifica e iniziare con un trattamento mirato. Per una diagnosi più accurata, è spesso necessario anche l’aiuto di esami strumentali quali radiografia, ecografia e risonanza magnetica; in quanto a volte un’attenta anamnesi, l’esame obiettivo e i test clinici non sono sufficienti.
Tra le cause più comuni e frequenti abbiamo:
- Eccessivo sforzo di muscoli adduttori e addominali, con microtraumi ripetuti legati al gesto sportivo
- Dismetria arti inferiori e artrosi d’anca
- Malattie infettive
- Patologia della schiena
- Gravidanza
- Disfunzioni uro-genitali
Tutte queste problematiche, possono portare col tempo ad una infiammazione dei tendini e dei tessuti coinvolti, oppure ad uno squilibrio a livello del bacino, con la presenza di forti tensioni e alterazioni biomeccaniche.
Il quadro della pubalgia è comunque sempre caratterizzato da dolore ed impotenza funzionale, ovvero il non riuscire ad eseguire anche semplici attività di vita quotidiana come vestirsi, camminare, fare le scale, ecc. solitamente questa condizione è scatenata o enfatizzata dal movimento. Il dolore che parte dalla zona inguinale può irradiarsi lungo la muscolatura adduttoria e/o addominale, anche verso il perineo e gli organi genitali.
Spesso, chi ne soffre, lamenta dolore alla palpazione ed allo stiramento dei muscoli, in quanto solitamente è presente rigidità e la presenza di contratture.
In caso di diagnosi di pubalgia, sicuramente la prima cosa da fare è ridurre l’attività fisica e il carico di lavoro, nel caso in cui il movimento scateni o accentui il dolore. Sempre nella prima fase del trattamento, insieme al riposo, è utile applicare ghiaccio per 15 minuti circa, ad intervalli, durante il giorno e utilizzare pomate che vadano ad alleviare il dolore.
Altra cosa molto importante da fare è recarsi da un fisioterapista, che in questa prima fase utilizzerà terapie fisiche (laser, tecar, ecc.) e massoterapia, volte sempre a ridurre l’infiammazione e a migliorare la sintomatologia dolorosa.
In una seconda fase, sempre seguiti attentamente in base alla propria storia clinica, si procederà con l’utilizzo di tecniche di terapia manuale, per poi arrivare ad eseguire esercizi di riabilitazione funzionale, mirati sulle possibilità del singolo paziente.
Principalmente gli esercizi saranno incentrati su allungamento, rinforzo e stabilizzazione della zona interessata, per poi arrivare gradualmente all’attività fisica nel suo insieme.
Data la sua complessità, il trattamento della pubalgia è un insieme di diversi fattori, tutti importanti e da tenere controllati nel raggiungimento del recupero funzionale completo.
Rossi Davide
Fisioterapista
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