La gravidanza e il parto rappresentano un momento magico per la vita di una donna, in cui si vede nascere un bimbo/a, una mamma e un papà. Una volta superata la fase più dura, quando si tiene in braccio il proprio piccolo, spesso succede che la neo mamma non ascolti più il suo corpo, concentrata sulle nuove necessità e priorità sopraggiunte.
Ma cosa succede al pavimento pelvico durante il parto?
Durante la fase espulsiva, la muscolatura perineale viene distesa eccessivamente, fino a 5 volte rispetto al normale: in alcuni casi grazie al supporto ormonale rimane integro, ma frequentemente la muscolatura va incontro a traumi, come le lacerazioni da parto, che possono causare delle disfunzioni.
Il rischio aumenta nelle donne:
– multipare: in quelle donne che hanno partorito più volte,
– nei casi di microsomia fetale: partorire un bambino > 4 kg,
– lacerazioni di grado III,
– nei parti operativi (in cui è necessario l’intervento del medico ginecologo),
– nei travagli prolungati.
Le conseguenze più comuni nel post parto per via vaginale sono:
– incontinenza urinaria,
– Ipotonia muscolare del pavimento pelvico,
– Dolore ai rapporti sessuali (dispareunia),
– Dolore perineale – Prolasso degli organi pelvici,
– Neuropatia del nervo pudendo.
È importante sottolineare, che questi sintomi non sono presenti in tutte le donne: molte mamme, dopo il parto, riprendono la loro vita senza avere nessuno dei sintomi sopracitati. Per quanto riguarda il parto cesareo, riduce il rischio di trauma perineale, ma comporta altre possibili alterazioni come: cicatrice più estesa, mal di schiena, ipotonia della muscolatura addominale, aspetti psico-emotivi legati al fatto di non aver potuto partorire per via naturale.
Il pavimento pelvico nel puerperio e nel post parto è da tutelare: a scopo preventivo, a tutte le puerpere dovrebbe essere consigliato un programma di esercizio di rinforzo specifico a prescindere dall’insorgenza dei sintomi. Questo perché la forza dei muscoli perineali è lievemente deficitaria dopo lo sforzo da parto. Nell’eventualità si manifestassero dei sintomi spiacevoli, dopo un consulto col proprio medico ginecologo, sarebbe opportuno rivolgersi ad un fisioterapista specializzato in riabilitazione del pavimento pelvico, che dopo un’attenta valutazione, costruisce un programma terapeutico adeguato.
La riabilitazione è raccomandabile iniziarla non prima dei 2 mesi dal parto, specialmente se presenti punti di sutura, con particolare attenzione alla gestione delle pressioni endoaddominali.
Per quanto riguarda il rinforzo degli addominali, sarebbe opportuno iniziarlo dopo aver già lavorato sul pavimento pelvico, prevenendo l’aumento eccessivo di pressione sul perineo.
Anche in questo caso è consigliabile rivolgersi ad un professionista specializzato.
Per tutte queste ragioni è assolutamente fondamentale, che tutti i professionisti che ruotano attorno alla donna in gravidanza e nel post parto, siano uniti nella prevenzione del danno da parto e nella recupero della muscolatura perineale.
Guiducci Martina
Fisioterapista
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